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Cambio vita di Carlo. Non è mai troppo tardi!

Cambio vita di Carlo. Non è mai troppo tardi

Carlo ci racconta la sua storia in prima persona, un ragazzo che ha trovato il coraggio di affrontare le problematiche della vita e uscirne da vincente.

Avevo un lavoro stabile, con un contratto a tempo indeterminato, per sedici anni ho lavorato in un’azienda in cui mi occupavo di contabilità. Un giorno il direttore generale arriva dalla Francia per comunicarci il nuovo progetto di riorganizzazione aziendale, morale: decide di
chiudere cinque sedi, compresa quella in cui lavoravo.

 

Non c’è stata grande possibilità di scelta, ci mise di fronte a due possibili direzioni: una buona uscita con relativo licenziamento, o se continuare a lavorare per loro ma in un’altra regione. Avevo famiglia, dei bambini, il mutuo di una casa, per me era fuori discussione il trasferimento. Scelsi la buona uscita.

 

In un mese mi sono trovato a casa, all’età di 48 anni, senza un lavoro, con una famiglia e un mutuo da pagare.

 

Grazie a qualche conoscenza, dopo poco tempo, sono riuscito, fortunatamente, a trovare un altro lavoro, questa volta in un’agenzia di pratiche immobiliari: un settore a me sconosciuto in cui ho dovuto imparare tutto da capo ed estremamente precario.

 

Inizialmente mi sembrò una mano dal cielo, ma nel giro di poco tempo l’azienda iniziò ad avere delle difficoltà economiche.

 

Dopo due anni, a tre mesi dalla scadenza del mio contratto, mi avvisarono che non mi avrebbero rinnovato. Iniziai perciò ad inviare delle candidature per posizioni simili e per annunci compatibili alla mia esperienza, senza però ottenere nessun riscontro.

 

Ormai prossimo alla scadenza del mio contratto non sapevo più che fare: non arrivava nessuna proposta, pensavo che il preavviso mi potesse aiutare e invece ero senza un piano B e questo mi angosciava tremendamente, stava diventando insopportabile vivere
ogni giorno in attesa della fine di questo capitolo.

 

Decisi di fare qualcosa per me, mi iscrissi ad un corso per imparare il mestiere di mio padre, il mestiere del tornitore. Iniziai il corso presso la scuola di formazione Michelangelo a giugno del 2021.

 

Più le giornate passavano, più mi appassionavo, quando lavoravo al tornio mi concentravo e non pensavo più alla situazione in cui mi trovavo.

 

Notavo, inoltre, con sorpresa che avevo una certa predisposizione per questa attività, e non fui l’unico ad accorgermene. Il docente, mi chiese se avessi mai lavorato nell’ambito (anche lui notava una certa dimestichezza).

 

Buffo, pensai, considerando che l’ultima volta che avevo visto lavorare un tornio risaliva a quando avevo 15 anni, era una mattina d’estate… andai in fabbrica a trovare mio padre a lavoro, ben 35 anni prima!

 

Il mese intanto passò e come avevo previsto allo scadere del mio contratto l’azienda non me lo rinnovò.

 

Ero nuovamente a casa, terrorizzato dall’idea di rimanere senza lavoro e senza stipendio. Avevo però questa nuova esperienza che la Michelangelo mi stava dando, e volevo andare fino in fondo.

 

Qualcosa in me era scattato: era un forte investimento economico per la mia situazione in cui mi trovavo, ma la determinazione e la voglia di riscattarmi furono più forti di qualsiasi altra cosa.

 

Il corso finì ad agosto, dopo ci fu la pausa estiva. Ricevuto l’attestato decisi di prendermi agosto per godermi le vacanze e a settembre avrei cominciato a cercare lavoro in questa nuova veste.

 

Decisi nel frattempo di affidarmi all’agenzia del lavoro con cui la Michelangelo è partner, ad agosto successe qualcosa che mai mi sarei aspettato: poco dopo la fine del corso mi arrivò una chiamata da un’azienda metalmeccanica rispetto all’invio di una candidatura da parte dell’agenzia.

 

Era una proposta come impiegato tornitore, per lo stesso lavoro che avevo svolto nel corso. Feci il colloquio, mi avevano preso, ero perfetto per la mansione che mi proposero e accettai. Avevo investito tempo, energie ed entusiasmo in un nuovo percorso, era questa la strada che sentivo di voler proseguire. Il mio coraggio fu ripagato: a metà settembre già lavoravo.

 

Il consiglio che sento di dare a tutti voi: «Se siete in difficoltà provate a guardarvi un attimo dentro, provate a cercare un’attività o qualsiasi cosa che possa attivare la vostra curiosità e le vostre qualità. Potrebbero aprirsi delle porte che vi mostrano qualcosa che non pensavate di avere e potreste ritrovarvi ad essere qualcuno che non credevate di essere. La vita è imprevedibile e anche nelle situazioni più negative esistono sempre delle sfumature positive».

A cura di Giuseppe Oliva

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